"L'UNIVERSO CI AIUTA SEMPRE A LOTTARE PER I NOSTRI SOGNI, PER QUANTO SCIOCCHI POSSANO SEMBRARE. PERCHE' SONO NOSTRI E SOLTANTO NOI SAPPIAMO QUANTO CI COSTA SOGNARLI"

lunedì 13 dicembre 2010

NOUVELLE VAGUE

Il termine Nouvelle Vague ("nuova onda") apparve per la prima volta sul settimanale francese L'Express il 3 novembre 1957, in un'inchiesta sui giovani francesi a firma di Françoise Giroud e verrà ripreso da Pierre Billard nel febbraio 1958 sulla rivista Cinéma 58. Con questa espressione si fa riferimento ai nuovi film distribuiti a partire dal 1958 e in particolare a quelli presentati al festival di Cannes l'anno successivo.

I film diventano un mezzo attraverso i quali rifondare una sorta di morale nazionale, i cui dialoghi e personaggi sono spesso frutto di idealizzazione.

La tendenza idealistica e moralizzante fa di questo cinema qualcosa di totalmente distaccato dalla realtà quotidiana delle strade francesi. Fuori dalle finestre cè una nuova generazione che vuole cambiare, vuole mostrarsi diversa ed essere diversa, una generazione che parla, ama, lavora, fa politica in modo diverso ed inconsueto.

Una nuova generazione che pretende un cinema in grado di rispecchiare fedelmente questo innovativo modo di vivere.

La Nouvelle Vague è il primo movimento cinematografico a testimoniare in tempo reale l’immediatezza del divenire, la realtà in cui esso stesso prende vita. I film che ne fanno parte sono girati con mezzi di fortuna, nelle strade, in appartamenti, ma proprio per la loro singolarità, hanno la sincerità di un diario intimo di una generazione nuova, disinvolta, inquieta. Una sincerità nata dal fatto che gli stessi registi che si sono riconosciuti in questo movimento, tutti poco più che ventenni, fanno anche loro parte di quella nuova generazione, di quel nuovo modo di pensare, di leggere, di vivere il cinema che viene appunto chiamato Nouvelle Vague.

« ... è questa la condizione della dialettica cinematografica: bisogna vivere piuttosto che durare… »

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